Windows 7, fine del supporto Microsoft: cosa fare?

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In questi giorni Microsoft ha comunicato che non rilascierà più aggiornamenti per Windows 7. Questa decisione porterà con sé l’impossibilità di ricevere aggiornamenti e protezioni da patch di sicurezza con conseguente esposizione a minacce informatiche

Si aspettano infatti numerosi attacchi di virus sui sistemi con Windows 7, in particolare è atteso WannaCry, il ransomware che nel 2019 ha colpito milioni di utenti. Secondo gli esperti, si prevede che il 26% delle aziende useranno ancora il software Microsoft appena abbandonato. La conseguenza sarà un aumento dei PC infettati da WannaCry per un danno ingente per le aziende, perdita di produttività e di dati oltre a tantissimi hardware danneggiati.

Se è pur vero che in tantissimi uffici pubblici è facile imbattersi ancor oggi in macchine che adoperano addirittura Windows XP – ritirato ad aprile 2014 (!) – la diffusissima pratica che consiste nel continuare a utilizzare sistemi operativi ormai superati è fortemente sconsigliata, a meno di non volere correre il rischio sperando che non accada mai.

Windows 7 non sarà più supportato dal 14 gennaio 2020

Microsoft ha fissato come data di “fine vita” per le varie edizioni di Windows 7 il 14 gennaio 2020: si tratta, come sempre accade in questi casi, di un martedì, il secondo del mese, giorno in cui verranno rilasciati gli ultimi aggiornamenti ufficiali per Windows 7.
Ciò significa che il giorno seguente al 14 gennaio 2020, Windows 7 terminerà di esistere e Microsoft non assicurerà ai clienti alcuna forma di supporto, per tutte le edizioni disponibili.
A partire dal 15 gennaio, infatti, i tecnici Microsoft non rilasceranno più alcuna patch per Windows 7, neppure per sanare problematiche di sicurezza.

Cessando anche il periodo di supporto extended, Microsoft metterà nuovi aggiornamenti di Windows 7 solo nelle mani delle aziende che stipuleranno costosi abbonamenti speciali (programma Windows 7 Extended Security Updates (ESU): 50€ per ogni workstation durante il primo anno, 100€ durante il secondo, 200€ per ciascun sistema il terzo anno.

Fine del supporto di Windows 7: cosa fare

A fine dicembre 2019, Windows 7 restava ancora il secondo più utilizzato al mondo con il 26,6% delle quote di mercato. Pensare che Windows 10 è leader con il 54,6% ma il “sorpasso” su Windows 7 si è registrato solo tra novembre e dicembre 2018 (fonte: NetmarketShare, Netapplications).

Per i professionisti e le aziende che utilizzano molte workstation Windows 7, passare a Windows 10 è di fatto pressoché obbligatorio:

1) Il consiglio è quello di creare un’immagine del sistema con l’intera configurazione di Windows 7, la struttura del disco o dell’unità SSD e i dati memorizzati salvandola quindi su un server NAS o su una cartella condivisa in rete locale.
Per procedere in tal senso si possono usare diverse utility disponibili sul mercato come AOMEI Backupper, EASEUS Todo Backup, Macrium Reflect e MiniTool ShadowMaker. Si creerà così un’unica immagine che permette il ripristino completo dell’intera configurazione del sistema in caso di problemi.

In alternativa c’è anche l’ottima utilità -conosciuta da pochi – Microsoft basata su riga di comando e integrata in Windows: wbAdmin. 

2) Utilizzando l’Assistente aggiornamento Windows 10 si possono aggiornare le macchine Windows 10 a costo zero senza neppure la necessità di introdurre manualmente alcun Product Key.

Per procedere in tal senso si può creare un supporto d’installazione USB con il Media Creation Tool (scegliere l’opzione Crea supporti d’installazione) oppure scaricare il file ISO di Windows 10 seguendo le indicazioni riportate nell’articolo Scaricare Windows 7, Windows 8.1 e Windows 10 dai server Microsoft.

Bisognerà però aver cura di generare un supporto d’installazione di Windows 10 contenente un’edizione del sistema operativo identica a quella a cui si riferisce il Product Key di Windows 7 o di Windows 8.1.
In altre parole, il vecchio Product Key di Windows 7 Starter, Home Basic e Home Premium può essere esclusivamente utilizzato per installare e attivare Windows 10; il vecchio Product Key di Windows 7 Professional e Ultimate per Windows 10 Pro. Stessa cosa per le varie edizioni di Windows 8.1.
===> Tutto questo ha però un senso se il Product Key inserito è di tipo Retail (non OEM). 

3) I file relativi a Windows 7, dopo l’upgrade a Windows 10 con Assistente aggiornamento Windows 10 o con l’utilità Media Creation Tool vengono conservati nella cartella \Windows.old.

Tale cartella non dovrebbe essere subito rimossa perché, in caso di problemi, rappresenta la chiave per tornare a Windows 7 senza mettere mano ai software di disk imaging citati in precedenza.
Anzi, per chi passa da Windows 7 a Windows 10, suggeriamo di aumentare il numero di giorni durante i quali il sistema operativo conserva il contenuto della cartella \Windows.old.

 

Windows 7 Addio: e se non si volesse abbandonare?

In sintesi

1) Per limitare i danni in caso di mantenimento di Windows 7 oltre i limiti consigliati da Microsoft c’è bisogno di ristrutturare anche la mentalità dei dipendenti delle aziende, soprattutto se non avvezzi a salvare i dati di lavoro in modo che possano essere al sicuro. Ad esempio, l’uso di server centralizzati o il cloud potrebbero aiutare a ridurre i rischi.

2) Importante che si ricorra ciclicamente al backup dei dati, poiché se gli attacchi ransomware si basano sul riscatto dei propri dati, effettuare un salvataggio periodico vi espone meno al pagamento dei criminali. Non pretendiamo di fare copie di backup su più dispositivi, ma almeno su supporti hardware esterni può bastare.

3) Accertarsi che i sistemi Windows 7 non siano direttamente esposti sulla rete Internet ma siano connessi in rete locale dietro router dotato di funzionalità NAT fornisce già notevoli rassicurazioni.

4) Fondamentale disattivare sul router il supporto per protocollo UPnP in modo che eventuali applicazioni in esecuzione non aprano porte in ingresso.

5) I sistemi Windows 7 andrebbero possibilmente isolati dal resto della rete locale magari servendosi delle VLAN e segmentando così il network. 

6) L’utilizzo di software antiexploit e un controllo più severo sul traffico mediante una più attenta configurazione del firewall (va benissimo anche il firewall integrato in Windows) permetterà di scongiurare la fuoriuscita di dati e la trasmissione verso server remoti.
L’adozione di un’applicazione come Windows Firewall Control, recentemente divenuta del tutto gratuita  consentirà di “addestrare” il firewall di Windows 7 affinché blocchi anche i tentativi di connessione in uscita non indispensabili per il funzionamento del sistema operativo e dei programmi che si adoperano di norma.

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Registratori Telematici: moratoria e sanzioni

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A soli 2 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo per i registratori di cassa telematici, c’è ancora molta confusione su chi se ne debba dotare, quali siano le sanzioni e quali le eccezioni.

Facciamo chiarezza!

Sanzioni scontrino elettronico in caso di invio omesso o tardivo
Ai sensi del comma 6, articolo 2 del Decreto Legislativo n. 127/2015, la mancata memorizzazione, l’omessa trasmissione così la memorizzazione e trasmissione di dati incompleti o non veritieri è punita con le sanzioni previste dagli articoli 6, comma 3 e 12, comma 2 del decreto legislativo n. 471 del 18 dicembre 1997.

In forza delle norme sopra citate, la sanzione prevista nel caso di omesso o tardivo invio dello scontrino elettronico è duplice:

  • sanzione pecuniaria pari al 100% dell’imposta corrispondente all’importo del corrispettivo non correttamente documentato;
  • sanzione accessoria, nel caso di quattro violazioni nel quinquennio, corrispondente alla sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività, da 3 giorni a 6 mesi.

Sanzioni scontrino elettronico: moratoria di sei mesi
Anche se in parte, è stato il Decreto Crescita a rendere meno impattante dell’avvio dell’obbligo dello scontrino elettronico, sia per i soggetti obbligati a partire dal 1° luglio 2019 che per coloro che dovranno adeguarvisi entro il 1° gennaio 2020.

Nello specifico, l’articolo 12-quinquies del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 introdotto in sede di conversione, ha modificato il comma 6-ter dell’articolo 2 del decreto legislativo n. 127 del 5 agosto 2015, prevedendo che:

“I dati relativi ai corrispettivi giornalieri di cui al comma 1 sono trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate entro dodici giorni dall’effettuazione dell’operazione, determinata ai sensi dell’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Restano fermi gli obblighi di memorizzazione giornaliera dei dati relativi ai corrispettivi nonché i termini di effettuazione delle liquidazioni periodiche dell’imposta sul valore aggiunto ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 100. Nel primo semestre di vigenza dell’obbligo di cui al comma 1, decorrente dal 1° luglio 2019 per i soggetti con volume di affari superiore a euro 400.000 e dal 1° gennaio 2020 per gli altri soggetti, le sanzioni previste dal comma 6 non si applicano in caso di trasmissione telematica dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto.”

La modifica in esame è intervenuta su due punti:

  • sul termine di invio dei dati dei corrispettivi giornalieri, fissato a 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione;
  • sulle sanzioni applicate nel caso di tardivo invio telematico all’Agenzia delle Entrate.

In merito alla moratoria sulle sanzioni, è stato previsto un periodo transitorio, che consentirà di evitare l’applicazione delle stesse nel caso di trasmissione telematica dei corrispettivi entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

Sanzioni scontrino elettronico: quando si applica la moratoria semestrale

A beneficiare della moratoria dalle sanzioni relative allo scontrino elettronico saranno sia i contribuenti obbligati ad adeguarsi entro lo scorso 1° luglio 2019 che la restante e più ampia platea di contribuenti destinatari dell’obbligo a partire dal 1° gennaio del 2020.

Le tempistiche sono quindi le seguenti:

  • soggetti di cui all’articolo 22 del DPR IVA con volume d’affari superiore a 400.000 euro: moratoria sulle sanzioni relative al tardivo invio fino al 31 dicembre 2019;
  • soggetti di cui all’articolo 22 del DPR IVA con volume d’affari inferiore a 400.000 euro: moratoria sulle sanzioni relative al tardivo invio fino al 30 giugno 2020.

Le sanzioni sospese sono quelle previste dal comma 6, articolo 2, del decreto legislativo n. 127/2015, il quale richiama a sua volta a quelle previste dagli articoli 6, comma 3, e 12, comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471.

Nello specifico, nel caso di invio tardivo dei dati dei corrispettivi giornalieri, è prevista una sanzione pecuniaria ed una sanzione accessoria.

La prima è pari al 100% dell’imposta corrispondente all’importo non documentato nei termini previsti. La stessa sanzione si applica in caso di omesse annotazioni su apposito registro dei corrispettivi relativi a ciascuna operazione in caso di mancato o irregolare funzionamento degli apparecchi misuratori fiscali. Se non constano omesse annotazioni, la mancata tempestiva richiesta di intervento per la manutenzione è punita con sanzione amministrativa da euro 250 a euro 2.000.

La seconda invece si applica nel caso di quattro distinte violazioni commesse nel corso di 5 anni, e consiste nella sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività ovvero dell’esercizio dell’attività medesima per un periodo da tre giorni ad un mese. Se l’importo complessivo dei corrispettivi oggetto di contestazione eccede la somma di euro 50.000 la sospensione e’ disposta per un periodo da un mese a sei mesi.

Nei sei mesi di moratoria invio dei corrispettivi tramite servizi specifici

L’invio dei dati dei corrispettivi giornalieri durante i sei mesi di moratoria sarà effettuato con modalità specifiche dai soggetti non ancora in possesso dei registratori telematici.

Così come indicato dall’Agenzia delle Entrate nel provvedimento del 4 luglio 2019, durante il periodo transitorio dei sei mesi i dati dei corrispettivi potranno essere trasmessi tramite i servizi online, che prevedono tre diverse opzioni:

  • servizio di upload di un file contenente i dati dei corrispettivi complessivi di una singola giornata, distinti per aliquota IVA o con indicazione del regime di “ventilazione”, ovvero di un file compresso contenente i file dei dati dei corrispettivi delle singole giornate, in conformità alle specifiche tecniche allegate al presente provvedimento;
  • servizio web di compilazione dei dati dei corrispettivi complessivi giornalieri distinti per aliquota IVA o con indicazione del regime di “ventilazione”.
  • mediante un sistema di cooperazione applicativa, su rete Internet, con servizio esposto tramite modello “web service” fruibile attraverso protocollo HTTPS ovvero un sistema di trasmissione dati tra terminali remoti basato su protocollo SFTP, sempre secondo le regole contenute nelle specifiche tecniche allegate al provvedimento del 4 luglio 2019.

L’invio potrà essere effettuato mediante il portale “Fatture e Corrispettivi”.

Corrispettivi giornalieri da memorizzare con i vecchi registratori di cassa

La moratoria sulle sanzioni si applica quindi esclusivamente alla trasmissione dei dati dei corrispettivi giornalieri, per i quali si avrà tempo fino al mese successivo a quello in cui è effettuata l’operazione.

Non cambia invece l’obbligo di memorizzazione giornaliera, sul quale appare utile richiamare le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 15/E.

Temporaneamente, si potrà adempiere all’obbligo di memorizzazione giornaliera dei corrispettivi mediante i registratori di cassa già in uso ovvero tramite ricevute fiscali.

Tale facoltà sarà ammessa fino al momento di attivazione del registratore telematico e, in ogni caso, non oltre la scadenza del semestre di moratoria dall’applicazione delle sanzioni.

Resta fermo, in ogni caso, l’obbligo di rilascio al cliente dello scontrino e della ricevuta fiscale e l’obbligo di tenuta del registro dei corrispettivi fino alla messa in uso del registratore telematico.

Una precisazione importante riguarda i soggetti che hanno messo in servizio il registratore telematico entro i termini ordinari. Anche in tal caso, nel primo semestre dall’avvio dell’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi non saranno applicate sanzioni nel caso di invio dei dati entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

ATTENZIONE

La moratoria non modifica l’obbligo di memorizzazione giornaliera ed i termini delle liquidazioni IVA.

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Quanto sono importanti i dati aziendali?

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Registratori Telematici: La gestione

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Attraverso l’impostazione di alcuni filtri (la Matricola del dispositivo censito a sistema o lo Stato in cui si trova o la Tipologia di dispositivo) è consentito a Gestori ed Esercenti di visualizzare le informazioni del registratore di cassa telematico di interesse ed eventualmente aggiornarne le informazioni dei soli dati configurati come modificabili.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionare il pulsante Ricerca Dispositivo  per poter elaborare la richiesta. Al termine dell’operazione sarà visualizzato l’elenco dei dispositivi ottenuti in base ai criteri di ricerca precedentemente impostati.

Selezionare il pulsante Ripulisci per cancellare i dati presenti nella maschera.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Dopo aver scelto uno o più dispositivi (in stato “IN SERVIZIO” o “ATTIVATO“) selezionare il tasto “Cessione” se si intende disattivare il/i dispositivo/i selezionato/i.

Selezionare un IdDispositivo presente nell’elenco, per visualizzare il dettaglio del dispositivo oggetto della ricerca.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Nella maschera sopra riportata viene evidenziata una tabella che consente di consultare le informazioni rappresentative della vita del Registratore Telematico/Multi cassa dal portale Fatture e Corrispettivi, corredata da un documento riepilogativo stampabile.

Selezionare il pulsante “Indietro” per tornare alla maschera precedente;

Selezionare il pulsante QR code presente in pagina, per scaricare il QRcode relativo;

Selezionare il pulsante Cambia stato per modificare lo stato del dispostitivo.

Selezionare il pulsante Stampa libretto (*) per ottenere la stampa in formato PDF del LIBRETTO DI DOTAZIONE, che è un documento riepilogativo del ciclo di vita del dispositivo di interesse.

(*) Il libretto di dotazione cartaceo è stato sostituito dal “libretto di dotazione informatico del Registratore Telematico” formato automaticamente mediante le informazioni provenienti dal Registratore Telematico o inserite dall’esercente nel sito web dell’Agenzia delle Entrate:
le informazioni acquisite telematicamente dall’Agenzia delle Entrate sono messe a disposizione del contribuente, titolare dell’apparecchio o di un suo delegato, mediante apposita area dedicata e riservata, presente nel portale “Fatture e Corrispettivi” e costituiscono, a tutti gli effetti, il “libretto di dotazione informatico del Registratore Telematico”.

Un Registratore Telematico/Server RT ha delle informazioni che lo identificano ed un ciclo di vita da documentare, quindi sul sito internet dell’Agenzia saranno consultabili le seguenti informazioni:

  • Interventi del tecnico di laboratorio abilitato
  • Cambi di stato subiti
  • Esercenti precedenti del Registratore Telematico/Server RT.

Interrogare interventi del tecnico di laboratorio abilitato

Questo elenco visualizza tutti gli interventi di manutenzione e di verificazione periodica che i tecnici di laboratorio hanno effettuato sul Registratore Telematico.

DATI VISUALIZZATI

  • Codice: codice identificativo dell’intervento che è stato effettuato sul dispositivo
  • Descrizione: descrizione corrispondente al codice identificativo dell’intervento che è stato effettuato sul dispositivo
  • Data Ora Intervento: data ed ora che è stata comunicata dal tecnico verificatore al momento dell’intervento
  • Verificatore: Codice Fiscale del tecnico che ha effettuato l’intervento
  • Laboratorio: Partita IVA del laboratorio abilitato per il quale lavora il tecnico che ha effettuato l’intervento
  • Nota: eventuale dettaglio che il tecnico verificatore ha comunicato al momento dell’intervento.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionando il pulsante QR code per scaricare il QRcode relativo.

Selezionare il pulsante “Indietro” per tornare alla maschera precedente;

Selezionare il pulsante Cambia Stato per modificare lo stato del dispositivo.

Selezionare il pulsante Stampa libretto per ottenere la stampa in formato PDF del LIBRETTO DI DOTAZIONE, che è un documento riepilogativo del ciclo di vita del dispositivo di interesse.

Interrogare Cambi di stato

Questa interrogazione visualizza l’elenco dei cambi di stato che il Registratore Telematico ha subito nel suo ciclo di vita.

DATI VISUALIZZATI

  • Cambio stato: codice e descrizione corrispondenti al cambio di stato apportato sul RT
  • Data Ora Intervento: data ed ora che è stata comunicata dal tecnico verificatore al momento dell’intervento sull’RT
  • Dettaglio: codice e descrizione del dettaglio che l’esercente ha indicato in corrispondenza del cambio di stato richiesto
  • Descrizione: eventuale ulteriore indicazione inserita dall’esercente nel cambio di stato.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionando il pulsante QR code  per scaricare il QRcode relativo.

Selezionare il pulsante “Indietro” per tornare alla maschera precedente;

Selezionare il pulsante Cambia Stato per modificare lo stato del dispostitivo.

Selezionare il pulsante Stampa libretto per ottenere la stampa in formato PDF del LIBRETTO DI DOTAZIONE, che è un documento riepilogativo del ciclo di vita del dispositivo di interesse.

Interrogare Esercenti precedenti

Questa interrogazione visualizza la totalità dei proprietari precedenti del Registratore Telematico/Server RT, permettendo di visualizzare tutte le cessioni che il dispositivo ha subito nel suo ciclo di vita.

DATI VISUALIZZATI

  • Codice fiscale: codice fiscale dell’esercente
  • Partita IVA: partita iva dell’esercente
  • Denominazione: campo valorizzato con la denominazione dell’impresa o la concatenazione di cognome e nome della ditta individuale
  • Data attivazione: campo valorizzato con la data in cui il proprietario ha effettuato l’attivazione del dispositivo.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionando il pulsante QR code per scaricare il QRcode relativo.

Selezionare il pulsante “Indietro” per tornare alla maschera precedente;

Selezionare il pulsante Cambia Stato per modificare lo stato del dispositivo.

Selezionare il pulsante Stampa libretto per ottenere la stampa in formato PDF del LIBRETTO DI DOTAZIONE, che è un documento riepilogativo del ciclo di vita del dispositivo di interesse.

NOTE

Le informazioni sono solo in visualizzazione e non potranno essere aggiornate.

Ripristino dispositivo per dismissione o perdita di certificato

Questa funzionalità si inserisce nell’ambito del sistema Fatture&Corrispettivi, per gestire l’ipotesi di dismissione accidentale del dispositivo, già attivato o in servizio, ovvero di smarrimento delle sue chiavi private (che rende il dispositivo inutilizzabile).

Qualora, invece, la dismissione accidentale del dispositivo o lo smarrimento delle chiavi private coinvolga un dispositivo non ancora attivato, la funzionalità “Ripristino dispositivo” potrà essere utilizzata dal solo produttore.

La funzionalità “Ripristino dispositivo” permette, infatti, di riportare i dispositivi ad una condizione tale da poter richiedere un nuovo certificato e poterlo, quindi, riutilizzare ai fini della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.

In relazione al Sistema Master, privo di certificato, tale funzionalità consente di riportarlo allo stato “attivato“.

NOTE

La funzionalità presenta i seguenti vincoli:

  • Il dispositivo può appartenere ad una qualsiasi tipologia gestita dal sistema (DA, DM, RT,MC)
  • Il dispositivo deve essere nello stato “DISMESSO”
  • Solamente l’ultimo gestore o esercente proprietario del dispositivo avrà la possibilità di eseguire tale operazione
  • In presenza di certificato, questo deve essere nello stato “REVOCATO”
  • sarà presente un intervallo temporale di massimo sei mesi per considerare valida la richiesta. In particolare, la richiesta verrà bloccata se la differenza fra la data di richiesta ripristino e la data di dismissione del dispositivo è superiore a 180 giorni.

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionare la voce di menu  Ripristino Dispositivo.

DATI DA INSERIRE

Identificativo Dispositivo: campo alfanumerico di massimo 30 caratteri che rappresenta la matricola del dispositivo stesso;

Tipologia: indica la tipologia d’uso del dispositivo selezionabile dal menu a tendina:

    • Per il gestore la tipologia da selezionare può essere:
      • Sistema Master,
      • Dispositivo Mobile.
    • Per l’esercente la tipologia da selezionare può essere:
      • Registratore Telematico,
      • Multi cassa.

Motivo richiesta ripristino: [Errata dismissione, Perdita certificato]

Descrizione: facoltativa

 

Di seguito un esempio della relativa maschera.

Selezionare il pulsante “Invia“; si ottiene la seguente maschera che riporterà la seguente segnalazione:
L’operazione è stata correttamente effettuata. Il dispositivo è stato riportato nello stato iniziale, quindi si può procedere con la richiesta certificato e la successiva attivazione come per un nuovo dispositivo.

Selezionare il pulsante Ripulisci per cancellare i dati presenti nella maschera.

Nel caso non vengano rispettati i vincoli sopraelencati dall’applicazione si otterrà, in risposta, un diagnostico riportante l’errore relativo.

Di seguito viene mostrato un esempio della maschera relativa:

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Fatturazione elettronica B2B ? Vi diamo un appuntamento

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Il recente provvedimento della Agenzia delle Entrate datato 30 aprile 2018, oltre a definire alcuni aspetti relativi all’uso della firma digitale e alla conservazione in sostituitiva, ha sgomberato il campo da qualunque possibilità di rinvio o proroga.
Così, se fino a ieri solo i fornitori della Pubblica Amministrazione erano obbligati a inviare fatture in formato elettronico, dal 1 gennaio 2019 il processo di scambio delle fatture elettroniche si estenderà anche ai soggetti privati.

PRIMA FASE: La filiera dei carburanti anticipa i tempi

L’obbligo riguarderà innanzitutto i settori della cessione di benzina e gasolio per motori e quello dei subappalti nell’ambito di contratti di appalti pubblici.
Per loro infatti, l’imposizione entrerà in vigore già dall’ormai prossimo 1° luglio 2018.

SECONDA FASE: L’estensione al B2B

Diverso il caso per le aziende di tutti gli altri settori che effettuano operazioni B2B, le quali saranno interessate dall’obbligo a partire dal 1° gennaio 2019. Le fatture elettroniche B2B viaggeranno sempre attraverso il Sistema di Interscambio (Sdi), vale a dire il canale in cui già ora transitano le fatture elettroniche destinate alla Pubblica Amministrazione oltre ai dati dello Spesometro e delle comunicazioni delle liquidazioni Iva.

È evidente che, indipendentemente dai tempi di emissione obbligatoria, le Aziende potrebbero avere già nel 2018, per obbligo o volontà dei propri fornitori, un problema di ricezione delle fatture elettroniche.

 

COS’È UNA FATTURA ELETTRONICA ?

La fattura elettronica è di fatto un sistema digitale di emissione, trasmissione, ricezione e conservazione delle fatture che permette di eliminare il supporto cartaceo.
Il nuovo formato in cui le fatture elettroniche devono essere prodotte, trasmesse, ricevute, archiviate e conservate è un formato digitale chiamato XML (eXtensible Markup Language), un linguaggio informatico che consente di definire e controllare il significato degli elementi contenuti in un documento, al fine quindi di verificare le informazioni per i controlli previsti per legge.
L’autenticità dell’origine e l’integrità del contenuto sono garantite tramite l’apposizione della firma elettronica qualificata di chi emette la fattura.

 

COS’È IL SISTEMA DI INTERSCAMBIO?

Conosciuto anche come SDI, è un sistema informatico, gestito dall’Agenzia delle Entrate, in grado di:

ricevere le fatture sotto forma di file con le caratteristiche del formato XMLPA
effettuare controlli sui file ricevuti
inoltrare le fatture ai destinatari.

Il Sistema di Interscambio non ha alcun ruolo amministrativo e non assolve compiti relativi all’archiviazione e conservazione delle fatture; è sostanzialmente un canale, un ‘postino’ che recapita un flusso.

LA SOLUZIONE PER MAGO: IL DIGITAL HUB

E’ un servizio in grado di gestire Fatture Elettroniche B2G / B2B / B2C sia in emissione (ciclo attivo) che in ricezione (ciclo passivo). L’utente del servizio si configura quindi sia come ‘cedente’ (quando emette la fattura) sia in qualità di ‘cessionario’ (quando la riceve).

• E’ un servizio in grado di gestire altri adempimenti verso lo SDI quali l’invio della liquidazione Iva e l’invio delle fatture emesse e registrate (C.A.D.I.).

• E’ un servizio automatico in grado di svolgere tutti i processi in autonomia.

• E’ utilizzabile via web con un PC o tramite una appmobile.

• E’ integrato con gli applicativi Microarea- Zucchetti.

• E’ integrabile a soluzioni esterne al mondo Microarea-Zucchetti

 

L’INVIO DELLA FATTURA ELETTRONICA

Tra i diversi canali proposti dal servizio SDI per inviare la fattura elettronica la Microarea-Zucchetti ha scelto il Servizio SDIFTP basato su protocollo FTP (File Transfer Protocol) accreditandosi presso l’Agenzia delle Entrate / SDI in modo da qualificarsi come intermediario.

Tre le opzioni possibili per l’utente Digital Hub:

1. Il cedente (*) emette fattura direttamente.
2. Il cedente delega Zucchetti quale emittente ** della fattura.
3. Il cedente delega un altro intermediario quale emittente ** della fattura.

* Il cedente o prestatore è il FORNITORE che emette fattura ai propri clienti.
** L’emittente emette la fattura per conto del cedente/prestatore.

esempio 1
Il cedente emette fattura

esempio 2
Il cedente delega Zucchetti 

esempio 3
Il cedente delega altro intermediario

IL CICLO PASSIVO – LE FATTURE ELETTRONICHE RICEVUTE

Le modalità con cui è possibile ricevere una fattura passiva sono:

Ricezione tramite PEC (posta elettronica certificata)
Le fatture vengono inoltrate all’operatore economico come allegato di un messaggio di PEC, sulla medesima casella il ricevente dovrà inviare il file messaggio di “accettazione” o “rifiuto “ delle fatture ricevute.

Ricezione tramite Servizio SDIFTP
Per usufruire di questo canale di trasmissione, basato su protocollo FTP (File Transfer Protocol) è necessario accreditarsi presso il Sistema di Interscambio, oppure avvalersi di un intermediario quale è la Zucchetti.

INDIRIZZO ZDH CANALE FTP
Tramite questo indirizzo, assegnato dall’Agenzia delle Entrate/S.D.I. a Zucchetti quale intermediario, tutte le fatture passive che conterranno il relativo riferimento, verranno recapitate direttamente sul Digital Hub che provvederà, previa identificazione del cessionario/cliente, a renderle disponibili agli utenti del servizio.

 

RICEZIONE FATTURA ELETTRONICA

Tre le opzioni possibili per l’utilizzatore del Digital Hub:

1. Il cessionario (*) riceve direttamente le proprie fatture

2. Il cessionario delega Zucchetti quale ricevente delle proprie fatture.

3. Il cessionario delega un altro intermediario quale ricevente delle proprie fatture.

Tramite il Portale, l’utente Digital Hub, qui in qualità di cessionario, accetterà o rifiuterà le fatture ricevute. Digital Hub  invierà poi le notifiche allo SDI.

* Il cessionario o committente è il CLIENTE che riceve le fatture dai propri fornitori

esempio 1
Il cessionario riceve le fatture

esempio 2
Il cessionario delega Zucchetti

esempio 3
Il cessionario delega altro intermediario

FATTURAZIONE ELETTRONICA B2B? VI DIAMO UN APPUNTAMENTO !

Per il 2018 i clienti Mago che utilizzano il servizio Digital Hub con:

a) FatelWeb, vedranno abilitarsi la funzionalità di emissione e ricezione delle fatture elettroniche B2B
b) CadiWeb riceveranno in omaggio la funzionalità di ricezione delle fatture elettroniche B2B

Entro il 31/12/2018 l’attuale servizio Digital Hub verrà disattivato; si potrà procedere alla sua riattivazione attraverso la sottoscrizione di un nuovo contratto per la definizione del quale è indispensabile sapere:
a) qual è il numero di fatture che -presumibilmente- emetterete nel 2019
b) qual è il numero di fatture che -presumibilmente- riceverete nel 2019

Per coloro i quali, poi, non utilizzano ancora il servizio Digital Hub e/o non vorranno aspettare il prossimo mese di gennaio ma vorranno (o dovranno) anticipare i tempi, sarà importante conoscere il numero di documenti trattati dal momento in cui si intenderà attivare il servizio, fino a fine 2018.

Il nostro consiglio è quello di non aspettare l’ultimo momento ma di arrivare alla data già preparati e con la buona conoscenza dello strumento Digital Hub.

Vi invitiamo quindi a inviarci i dati relativi al numero di fatture emesse e ricevute nel 2019 e negli ultimi mesi del 2018, rispondendo oggi stesso a questa comunicazione, inviando una mail a info@mediacentercube.it indicando il numero totale di fatture che presumibilmente riceverete/emetterete nel 2019 e il numero totale di fatture che presumibilmente riceverete/emetterete negli ultimi mesi del 2018.

Di tutto questo parleremo con Voi tra poche settimane, durante un incontro al quale avremo il piacere di invitarVi e per il quale, entro qualche giorno, riceverete tutti i dettagli su date, orari e location.

Come cambia la normativa? Quali sono i vantaggi? Quali strumenti ho a disposizione?

Insieme a Microarea e Zucchetti risponderemo a tutte le vostre domande e Vi mostreremo i vantaggi del Digital Hub.

… A PRESTO !

MEDIA CENTER cube s.r.l.

Via Renato Prunas 8 – 09126 Cagliari

(+39) 070670593
info@mediacentercube.it
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La truffa arriva dentro il crack

blog

Nuova “truffa dell’assistenza tecnica” nascosta nei programmi pirata. Schermo blu e la proposta di acquistare un software per sbloccare il PC.

Attenzione alla nuova variante della “truffa dell’assistenza tecnica”. Questa volta la minaccia si nasconde dentro il crack di software pirata e sfrutta un sistema particolarmente insidioso per approfittare delle ignare vittime.

A spiegare come funziona il tutto ci ha pensato il ricercatore di Malwarebytes Pieter Arntz, che come riporta Bleeping Computer ha illustrato nel dettaglio le modalità con cui i pirati cercano di estorcere denaro a chi finisce nella trappola.

Tutto comincia con un file eseguibile che viene diffuso su Internet sotto forma di un crack che dovrebbe permettere di installare software pirata sul computer.

In realtà il file EXE in questione non fa nulla del genere, ma scarica una serie di eseguibili sul computer, che vengono attivati in serie per frodare la vittima.

Il primo a entrare in azione è csrvc.exe, che si installa come servizio di Windows e ha il compito di disattivare alcune funzioni del sistema operativo, come il Task Manager e l’Editor del Registro di Sistema.

Subito dopo è il turno di BSOD.exe, il cui compito è quello di avviare l’attacco vero e proprio. Il file visualizza sullo schermo una falsa schermata blu di errore (BSOD sta per Blue Screen Of Death o “Schermata blu della morte”, come viene comunemente chiamata – ndr) sul monitor della vittima, accompagnato da fastidiosi segnali acustici.

La schermata blu è identica a quella che (purtroppo) siamo abituati a vedere quando si verifica un crash di Windows. Ma in questo caso il sistema non ha nessun problema. È tutto falso.

Contemporaneamente, troubleshoot.exe fa comparire sullo schermo una finestra che ha lo stesso stile grafico dei messaggi di Windows e che propone di avviare uno strumento di diagnostica che dovrebbe risolvere il problema.

L’analisi (assolutamente farlocca) segnala una serie di problemi e propone di acquistare Windows Defender Essentials o avviare una sessione di chat con il servizio di assistenza, anche questo a pagamento. Lo strumento di pagamento? PayPal.

Se la vittima della truffa esegue il pagamento, verrà reindirizzata all’indirizzo http://hitechnovation.com/thankyou.txt. Il programma, a questo punto, rileverà la stringa e visualizzerà una schermata dalla quale si deduce che tutti i problemi sono stati risolti.

Chi dovesse finire vittima dell’attacco può terminare il tutto seguendo una semplice procedura. Quando viene richiesto il pagamento, è sufficiente premere la combinazione di tasti Ctrl + O.

Si aprirà una finestra di dialogo in cui viene chiesto a quale sito ci si vuole collegare. Inserendo “http:// hitechnovation.com/thankyou.txt” il malware registrerà la stringa che normalmente viene caricata quando si è effettuato il pagamento e terminerà la sua attività.

L’ideale, giova ribadirlo, è quello di non finire nella situazione di dover aggirare la truffa, evitando magari di usare crack per software pirata.

Fonte: Security Info Italia

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