La scelta del dominio: .it o .com?

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Anche tu hai deciso di aprire un sito web e non sai se scegliere un dominio con estensione .it o .com?

Sappi che non sei solo!

Insieme alla scelta sul piano di hosting di qualità e sul nome di dominio vincente, quella sull’estensione di dominio (o dominio di primo livello) è una decisione che attanaglia molte persone che si affacciano al mondo del web. Esistono centinaia di estensioni tra cui scegliere, ma nella maggioranza dei casi si tratta di optare per una delle due opzioni più quotate in Italia: dominio .it o dominio .com.

La scelta dell’estensione costituisce il primo passo nella creazione di un sito web o nella creazione di un e-commerce. Il dominio rappresenta il brand della tua azienda, cioè la tua presenza online e, come tale, richiede una attenta valutazione. Prima di capire se è meglio selezionare una estensione .it o una .com, vediamo insieme cos’è una estensione e tra quali tipologie è puoi scegliere.

Cos’è un dominio di primo livello

Considerando il tuo servizio di hosting come la casa del tuo sito web, il dominio può essere paragonato all’indirizzo che ti permette di rintracciare il sito stesso.

Un dominio può essere composto da due o più livelli, il dominio di primo livello è la desinenza di un dominio, la sua parte finale. Più semplicemente, è la parte che segue l’ultimo punto (.org, .net, .uk etc.), la cosiddetta estensione.

Esistono numerose tipologie di domini di primo livello o top level domain (TLD), ciascuna delle quali ha delle caratteristiche e delle regole di registrazione ben precise, a seconda della normativa del registro di riferimento. Quale estensione registrare dunque per il proprio sito internet o per quello della propria azienda?

Caratteristiche dei dominio .com

L’estensione .com, sigla di commercial, è un gTLD (generic Top Level Domain), ovvero un dominio di primo livello generale. Questa definizione indica una estensione che non ha un collegamento territoriale ben preciso, ma è appunto generale.

L’estensione .com è la più utilizzata al mondo ed è una delle più longeve (con .edu, .gov, .mil, .net, .org e .arpa), essendo stata introdotta fin dalla creazione del Sistema dei Nomi a Dominio (DNS) nel 1985.

La registrazione del .com, un tempo limitata alle sole attività commerciali, è ora aperta a tutti e non richiede la residenza di una nazionalità specifica. Nonostante ciò, il .com è ancora comunemente ritenuto come ideale per le attività commerciali, nonostante si presti benissimo ad essere adottata anche come soluzione per siti privati o blog.

Caratteristiche dei dominio .it

L’estensione .it, a differenza di quella .com, non è un gTLD ma un ccTLD (country code Top Level Domain), cioè una estensione che fa riferimento ad uno specifico territorio, in questo caso a quello italiano.

Si tratta di una estensione che può essere registrata sia da aziende che da organizzazioni o privati, secondo la normativa prevista dal registro dei domini .it.. Secondo le disposizioni in vigore, un numero illimitato di domini .it può essere registrato da chiunque sia maggiorenne e abbia cittadinanza, residenza o sede nei paesi dello Spazio Economico Europeo (SEE), nello Stato del Vaticano, nella Repubblica di San Marino e nella Confederazione Svizzera.

È meglio scegliere un dominio .it o .com?

Cosa è meglio scegliere, dunque, quando si vuole acquistare un dominio: .it o .com? In realtà non esiste una risposta esatta, ma varia in base al progetto web da sviluppare.

QUANDO VIENE SCELTO IL DOMINIO .COM

Tendenzialmente, possiamo notare come l’estensione .com è spesso usata da aziende che hanno un bacino di clienti che supera i confini nazionali o da imprese che non hanno bisogno di identificarsi con uno specifico territorio. Viene comunemente utilizzato per rivolgersi a una clientela internazionale tramite siti web multilingua o in inglese. Tuttavia, come abbiamo visto, il .com può essere registrato senza problemi anche da una piccola azienda locale.

QUANDO VIENE SCELTO IL DOMINIO .IT

L’estensione .it, invece, è solitamente registrata per sviluppare progetti che fanno della connessione con il territorio italiano uno dei propri punti di forza. Si tratta di realtà che non hanno una particolare propensione all’espansione fuori dai confini nazionali, orientata al raggiungimento di una clientela proveniente da diverse parti del mondo.

Il dominio di primo livello .it può però essere registrato tranquillamente anche per supportare progetti con respiro internazionale. È molto utilizzato, ad esempio, da attività che, pur avendo una clientela internazionale, fanno del Made in Italy il proprio vanto (es. e-commerce di cibo, vestiti etc.).

LA SCELTA MIGLIORE PER LA SEO

I TLD registrabili sono numerosi ed aumentano ogni anno, ci sono nuovi domini di ogni tipo dedicati a diverse attività, commerciali e non. Di fronte a questa crescita continua, è lecito chiedersi come Google tratti tutte queste estensioni dal punto di vista del posizionamento sul proprio motore di ricerca.

In molti ritengono che un dominio con estensione .it possa posizionarsi meglio rispetto ad un .com tra i risultati in lingua italiana o per ricerche effettuate in Italia. È una convinzione fin troppo diffusa, ma che smentisce Google stessa con questa dichiarazione: “Overall, our systems treat new gTLDs like other gTLDs (like .com & .org). Keywords in a TLD do not give any advantage or disadvantage in search”. (Nel complesso, i nostri sistemi trattano i nuovi gTLD come altri gTLD (come .com e .org). Le parole chiave in un TLD non danno alcun vantaggio o svantaggio nella ricerca)

Sfatato il mito, dunque: scegliere un .it o un .com non inciderà minimamente sul posizionamento del tuo sito web, non c’è alcun vantaggio SEO legato alla scelta del TLD.

Conclusioni

In ogni caso, è fortemente consigliata la registrazione di più estensioni per lo stesso nome di dominio. Questa attività potrebbe esserti molto utile in futuro, anche in termini di brand protection. Costruisci il tuo sito web su un solo dominio e utilizza le altre estensioni registrate per effettuare un redirect (reindirizzamento) verso quello. Digitando l’url con una delle estensioni da te registrate per lo stesso nome a dominio, l’utente verrà reindirizzato sempre verso il tuo sito web.

Se hai delle motivazioni che ti spingono a legare il tuo progetto web al territorio italiano, quindi, il nostro consiglio è quello di registrare una estensione .it. Al contrario, se non hai queste esigenze scegliere un dominio .it o .com sarà indifferente.

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Sostegno delle Imprese. Oltre 3 Milioni dalla Città Metropolitana di Cagliari.

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Al via il Bando della Città Metropolitana di Cagliari a sostegno delle Imprese. Disponibili oltre 3 Milioni di euro.

La Città Metropolitana di Cagliari ha pubblicato l’avviso “Emergenza COVID 19. Sostegno allo sviluppo produttivo nella Città Metropolitana di Cagliari” che destina 3.240.000,00 euro per interventi a favore delle Micro e Piccole Imprese ubicate nei Comuni dell’Area Metropolitana.

Il bando ha l’obiettivo di sostenere le imprese per interventi finalizzati a investimenti di tipo informatico e digitale che favoriscano un posizionamento più concorrenziale sul mercato, come l’acquisto di hardware e software, lo sviluppo del commercio elettronico e della sicurezza informatica o l’attuazione di piani per il lavoro da casa.

E’ previsto un contributo a fondo perduto al 100% sino a un massimo di 15 mila euro a impresa, attribuito sulla base di una procedura valutativa e concesso tutto in anticipazione.

Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Cagliari, sono potenzialmente  29.011 le imprese attive nel territorio incluse nelle classificazioni ATECO ammesse dal bando. (di seguito il link al bando)

L’avviso è consultabile sul sito istituzionale dell’ente nella sezione ‘Bandi di gara, esiti, avvisi’ dell’albo pretorio, dove sono disponibili anche il modulo di domanda e altri allegati.

Le domande potranno essere compilate sulla piattaforma Istanze Online della Città Metropolitana di Cagliari a partire dal 4 settembre 2020. L’invio delle stesse dovrà avvenire a partire dalle ore 10 del 21 settembre e fino alle ore 10 del 25 settembre all’indirizzo pec istanze@pec.cittametropolitanacagliari.it.

Le imprese che raggiungeranno il punteggio minimo per l’ammissione saranno inserite in un elenco secondo l’ordine di arrivo delle domande, fino ad esaurimento delle risorse.

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Formazione, Lavoro e Digitale: al via 3 nuovi bandi della Camera di Commercio

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La Camera di commercio di Cagliari attiva un piano straordinario per aiutare le imprese della provincia attraverso tre bandi per l’erogazione di contributi a fondo perduto con uno stanziamento complessivo di 300mila euro. 

Il primo bando è orientato a promuovere l’utilizzo di nuove competenze e tecnologie digitali oltre a favorire interventi di digitalizzazione ed automazione.

Il secondo è rivolto alle aziende che hanno la necessità di riaggiornare e accrescere le competenze delle proprie risorse umane e di inserirne di nuove e specializzate.

Il terzo è un’ iniziativa per il sostegno alle imprese della filiera turistica coinvolte nell’emergenza Covid.

Gli ambiti tecnologici di intervento sono numerosi: Hardware, Software, Servizi, Cloud. Big data & Analytics, 3D, Barcode,  E-commerce. Smart-working, Banda ultralarga, eccetera così come tante sono le spese ammIssibili, per altro sostenute già dal 1 gennaio 2020.

 

Le richieste devono essere trasmesse esclusivamente via PEC, all’indirizzo csimprese@legalmail.it, dalle ore 8.00 del 30/07/2020, alle ore 21.00 del 31/10/2020.

I bandi, la modulistica di riferimento e le istruzioni per l’invio telematico della pratica sono disponibili sul sito internet camerale www.ca.camcom.it

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Analizzare correttamente i dati della tua azienda? Ti diamo un appuntamento

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Quanto sono importanti i dati aziendali?

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Fatture Elettroniche soggette a Reverse Charge

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Intervento dell’Agenzia delle Entrate sul tema del reverse charge

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito all’inversione contabile o reverse charge delle fatture elettroniche ricevute:

  • bisogna inviare il documento integrato oppure è sufficiente l’annotazione sui registri IVA?
  • ed in caso di invio al SDI, la fattura elettronica integrata che codice tipo documento (TD) deve avere? TD01 o TD20?

Il tema dell’inversione contabile o reverse charge delle fatture elettroniche ricevute sta destando parecchi dubbi fra gli addetti ai lavori. Infatti, per l’Agenzia delle Entrate occorre inviarle, per Assosoftware no.

L’Agenzia delle Entrate, infatti, lascia intendere che l’integrazione della fattura ricevuta in reverse charge o inversione contabile debba transitare allo SDI come tutte le normali fatture elettroniche.

Tuttavia, tale impostazione non appare suffragata dalla normativa vigente.

Peraltro anche Assosoftware, in alcuni interventi recenti, ha dichiarato di non ritenere assolutamente obbligatorio / necessario far transitare dal Sistema di Interscambio anche l’integrazione delle fatture elettroniche ricevute e soggette a reverse charge o inversione contabile.

E nel caso , si abbracciasse la tesi dell’Agenzia delle Entrate, quale codice bisogna utilizzare in caso di trasmissione telematica allo SDI, TD01 o TD20? 

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che:

“la trasmissione del file xml relativo all’integrazione delle fatture elettroniche ricevute e soggette ad inversione contabile/reverse charge deve avvenire con codice tipo documento TD01, non TD20 che identifica l’autofattura e non l’integrazione dei quelle ricevute”

Nei giorni scorsi era stata sostenuta da più parti la tesi per effetto della quale l’invio del file xml dell’integrazione della fattura elettronica dovesse essere TD20, ovvero il codice dell’autofattura.

Abbiamo appena visto tuttavia che tale tesi non può essere ritenuta corretta, anche perché non si tratta di autofatture ma di integrazione di fatture ricevute.

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Addio scontrini fiscali e ricevute

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Addio scontrini e ricevute fiscali. Arrivano i registratori di cassa telematici.

E’ la novità che potrebbe segnare la fine dell’uso della carta per l’emissione di scontrini, fatture e ricevute fiscali.

Il decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127 ed il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2019, hanno introdotto la possibilità per artigiani e commercianti, ossia, per i soggetti esclusi dall’obbligo di emissione fattura, di dotarsi di registratori di cassa telematici che, al posto di emettere i soliti e tradizionali scontrini, fatture o ricevuta fiscale di carta, provvedono a trasmettere i dati delle operazioni, direttamente all’Agenzia delle Entrate, ovvero, attraverso i corrispettivi elettronici.
Dal 2018, pertanto, la nuova procedura telematica, prevista prima solo per la grande distribuzione, è diventata facoltativa per commercianti al minuto, ristoranti, albergatori, etc mentre è diventata subito obbligatoria per i distributori automatici, per le vending machine con porta di comunicazione, l’avvio all’accreditamento è partito nel 2016 con inizio memorizzazione e trasmissione dal 1° aprile 2017, le vending machine senza porta, invece, dal 1° gennaio 2018.
Dal 2019 con il nuovo decreto Collegato alla legge di Bilancio 2019 invece è previsto l’entrata in vigore dell’obbligo di registratori di cassa telematici per chi ha ricavi sopra i 400.000 euro, poi dal 1° gennaio 2020 l’obbligo sarà esteso a tutti i commercianti ed esercenti,
Previsto anche un bonus del 50% per chi dovrà acquistare o adeguare i registratori di cassa telematici all’emissione del nuovo scontrino elettronico, trasmissione dei corrispettivi e per la lotteria sconti.

Registratori di cassa telematici cosa sono?

I registratori di cassa telematici sono strumenti che consentono di inviare, e quindi di trasmettere per via telematica, all’Agenzia delle entrate, gli incassi giornalieri, utilizzando la nuova procedura online dell’Agenzia delle entrate, chiamata: corrispettivi elettronici.

Nello specifico, il decreto legge 127/2015, consente, ad opzione, a commercianti al minuto e artigiani di dire addio agli scontrini, fatture e ricevute fiscali cartacei del negozio, e di adottare lo scontrino digitale, inviando semplicemente, i dati degli incassi utilizzando il nuovo software gratuito Agenzia delle Entrate, creato per l’invio della fattura elettronica e corrispettivi elettronici tramite il SdI, Sistema di Interscambio, già utilizzato per la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture per la Pubblica Amministrazione e tra privati.

Come funzionano i registratori telematici?

Gli artigiani e i commercianti al minuto hanno la possibilità di optare per la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate, dei dati degli incassi giornalieri delle vendite di beni e delle prestazioni di servizi rilevanti ai fini Iva, attraverso la nuova procedura dei corrispettivi elettronici.

Grazie all’invio telematico degli incassi, pertanto, i vecchi scontrini fiscali, fatture e ricevute, si trasformeranno, nello scontrino elettronico, ciò significa che i consumatori finali ed i clienti dei negozi, non riceveranno più il documento di spesa cartaceo, fatta salva la possibilità di farselo rilasciare su espressa richiesta, in quanto questo, verrà trasmesso, in tempo reale, all’Agenzia, per mezzo dei registratori di cassa telematici.

Per permettere la memorizzazione e la trasmissione degli incassi giornalieri, il commerciante al minuto o l’artigiano, dovrà dotarsi di un registratore telematico, ossia, di uno strumento tecnologico atto a garantire l’inalterabilità e la sicurezza dei dati inviati, ivi compresi quelli dei pagamenti con moneta elettronica, quali ad esempio il POS.

Per tali corrispettivi elettronici, al momento però, non sono previsti incentivi fiscali per l’acquisto dei registratori di cassa telematici, ma l’Agenzia delle Entrate, ha messo a disposizione un software gratuito corrispettivi elettronici per consentirne l’invio.

Da ricordare, inoltre, che sebbene questi strumenti telematici possono sostituire la modalità di assolvimento dell’obbligo di certificazione fiscale dei corrispettivi, resta comunque fermo l’obbligo di emissione della fattura, qualora richiesta del cliente.

Quali sono i vantaggi per chi opta per lo scontrino elettronico?

I vantaggi sono essenzialmente 2:

Esclusione dall’obbligo di registrare i corrispettivi giornalieri, perché sostituiti dallo scontrino digitale. Mediante tale scontrino, i dati degli incassi giornalieri, vengono memorizzati immodificabilmente con il registratore di cassa telematico, e tramite la procedura online ad hoc, inviati e messi a disposizione dell’Agenzia delle entrate in tempo reale o quasi.

Fine dell’obbligo di emettere scontrini e ricevute con valenza fiscale, come già avviene per le imprese della grande distribuzione organizzata, fermo restando l’obbligo di emettere la fattura qualora richiesta dal cliente.
Tale opzione dei corrispettivi elettronici, attualmente prevista solo per la grande distribuzione, è diventata quindi facoltativa per i commercianti al dettaglio, artigiani, ristoranti, albergatori e obbligatoria per i distributori automatici.

La scelta facoltativa dell’opzione, funziona mediante la presentazione all’Agenzia delle Entrate, di un’apposita domanda che avrà effetto per 5 anni, e, qualora non revocata, si rinnoverà automaticamente ogni 5 anni.

Dal 1° luglio 2019 invece è previsto l’obbligo per chi ha ricavi oltre 400.000 euro e dal 1° gennaio 2020, l’obbligo sarà per tutti.

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